venerdì 5 dicembre 2008

Sinistra Critica Sardegna: ciniche e irresponsabili le dimissioni di Renato Soru. Solidarietà ai lavoratori della chimica


La crisi della chimica sarda, la solidarietà ai lavoratori coinvolti e le dimissioni di Renato Soru sono al centro del comunicato di Sinistra Critica sarda. Il movimento per la sinistra anticapitalista giudica ciniche ed irresponsabili le dimissioni del presidente della Regione Sardegna.
Quel cittadino Soru protagonista di un conflitto di interessi -denunciato da pochissimi- perché detentore del 27,5 per cento (fonte wikipedia)delle azioni di Tiscali ed editore dell'Unità (giornale del Partito Democratico).
Dimissioni che piombano su una Finanziaria regionale in alto mare e su un'economia regionale devastata dalle dinamiche della globalizzazione capitalistica.



(5 dicembre) Sinistra Critica esprime solidarietà ai lavoratori scesi in sciopero a Porto Torres dopo la decisione della Polimeri Europa – società controllata dall’Eni - di sospendere per due mesi la produzione negli impianti del petrolchimico di Porto Torres e di ridurre la produzione del 30 per cento a Sarroch. Quello di Porto Torres è l’unico stabilimento che viene chiuso in Italia, con la messa a rischio di 4mila posti di lavoro.

In queste ore si paga la mancata applicazione dell’accordo sulla chimica del 2003, l’indifferenza dei governi nazionali (eppure l’Eni e quindi la Polimeri sono controllate dallo Stato), la mancanza di una politica industriale della Giunta Soru – che Sinistra critica sarda aveva già denunciato come componente interna al Prc sardo. Più in generale si paga l’applicazione di un modello di sviluppo estraneo e calato dall’alto, dannoso per l’ambiente, e che si è spesso accompagnato alla sradicamento di molte attività produttive locali.

L’aggravarsi dell’agonia della chimica si affianca al disastro del settore tessile - vedi Legler e dintorni – e alle delocalizzazioni dell’agroalimentare, di cui è esemplare la chiusura dello stabilimento Unilever di Cagliari.

Non possono essere i lavoratori a pagare la crisi indotta dell’industria chimica e l’irresponsabilità della classe politica e dirigente nazionale e regionale, la crisi di un capitalismo che in questi anni ha visto accumularsi enormi ricchezze nelle mani di padroni e dei manager.
In un contesto di crisi internazionale, decisamente più accentuata in una regione dall’apparato produttivo “fragile” come la Sardegna, appaiono come ciniche e irresponsabili le dimissioni del presidente della Giunta regionale Renato Soru.

A pochi mesi dalla conclusione naturale del suo mandato, il proprietario del 27, 5% del capitale di Tiscali – azienda che ora denuncia 250 esuberi concentrati a Cagliari - ed editore dell’Unità fa piombare le dimissioni su una Finanziaria regionale ancora in alto mare. Se queste dimissioni - messe sul tavolo di Giacomo Spissu per giocare una partita tutta interna alle caste e alle controcaste del Partito Democratico Sardo - non venissero ritirate entro Natale si andrebbe ad elezioni a febbraio e la Regione resterebbe senza bilancio almeno sino a maggio.

L'attuale governatore della Regione - che in mancanza di seri strumenti politici oggi ricorre al ricatto delle dimissioni - aveva esordito nel 2004 con severe e facili prediche sugli imprenditori "prenditori". In questi anni Soru ha però lasciato campo libero a tutti costoro - compreso se stesso - in una catastrofica corsa a tappe che parte dalla Legler, passa per il cappio del debito su migliaia di aziende agricole, e giunge al traguardo con l'Eni.
Sinistra Critica Sarda 5 dicembre 2008
Ufficio stampa 349 0893879 Info 328 0451582

Nessun commento: