domenica 20 dicembre 2009

La Parola OSS - di Hirokazu Kanazawa


"La parola Oss, di origine giapponese, è divenuta praticamente un termine veicolare nel mondo del Karate, compreso e utilizzato dai praticanti di numerose nazionalità, non solo in occasione degli incontri quotidiani, ma anche per sostituire epressioni come "grazie", "piacere di conoscerti", "d'accordo", "ho capito".


Il suono deve essere emesso dal basso ventre e accompagnato da un saluto appropriato che denota rispetto, simpatia e fiducia nel prossimo.


L'Oss, trascrizione fonetica, si scrive infatti con due caratteri cinesi. Il primo carattere, dal significato letterale di "spingere", esprime lo sforzo, lo spirito combattivo e la capacità di affrontare ogni tipo di ostacolo, respingerlo ed avanzare con un atteggiamento positivo e costante. Il secondo, dal significato di "soffrire", rappresenta il coraggio e lo spirito di perseveranza, la sopportazione dei dolori e la resistenza nei momenti di depressione, con pazienza e senza cedimenti, mantenendo sempre il morale alto.


I giovani possiedono le qualità fisiche e morali necessarie per affrontare qualsiasi prova, ed è questo che caratterizza la giovinezza. Tuttavia ogni prova dovrà essere affrontata e superata solo con uno sforzo quotidiano costante.

Il talento non ha alcun valore senza lo sforzo.

La parola Oss non deve essere pronunciata con leggerezza.

La sua espressione riflette un esame del vostro atteggiamento, posizione, stato mentale e la loro armonia; mentre si pronuncia la parola, il busto si inclina mantenendo il tronco dritto e il mento all'indietro.

Il movimento, la respirazione e l'articolazione così eseguiti contribuiscono tutti a riempire il basso ventre con KI e forza.

Sarà impegno di ogni maestro diffondere il significato, il valore e il modo di pronunciare la parola "Oss". "

Tratto dal libro "Karatedo kumite kyohan" - del maestro Hirokazu Kanazawa

Aggiornamento 11.12.2019

Il maestro Kanazawa è morto l'8 dicembre.

Sin da quando, all’età di 11 anni, ho cominciato la mia modestissima pratica nel Karate Club Kanazawa (appunto!) il maestro Kanazawa è stato per me un mito, una leggenda.
Una leggenda che aveva messo solide radici in Sardegna, grazie al club di Karate a lui dedicato fondato dal mio maestro Alberto Piludu.
In Sardegna, a Quartu Sant’Elena, si recò almeno cinque volte. Nel novembre del 1996 , cintura marrone, ebbi la posiblità di partecipare a un suo stage organizzato in occasione (mi sembra) della coppa Europa della Ski-i: kihon, kihon kumite, kata (bassai dai).
In una pausa della gara eseguì Gankaku Sho: magnifica forma Shotokan di sua creazione.
Il maestro Kanazawa, fra gli ultimi allievi di Funakoshi, fu una delle migliori incarnazioni del Karate Shotokan. Nel 1957 vinse il primo campionato Jka con un braccio fratturato. Non poteva deludere la madre giunta a Tokyo per assistere alla gara. “Cadi sette volte, rialzati otto volte”.
Fino al 1977, anno di fondazione della sua Ski, fu uno dei maestri più prestigiosi della Jka.
Ebbe la capacità di sperimentare nella tradizione. Fece suo il Tai Chi Chuan, all’apparenza stile opposto allo Shotokan, in realtà perfettamente complementare.
La sua eredità gentile e marziale continuerà a vivere nei dojo dei nostri maestri. OSS

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