sabato 28 marzo 2009

La parata dei ministri "anticapitalisti"


Oggi Paolo Ferrero, Oliviero Diliberto e Cesare Salvi hanno presentato il simbolo della lista comunista e anticapitalista per le elezioni europee 2009.

Che svolta può rappresentare una lista presentata da esponenti di rilievo dei Governi Prodi e D'Alema?

Che svolta può rappresentare un'alleanza di partiti che, a livello locale, vanno sempre o quasi a braccetto col partito Democratico?

Ma la catastrofre elettorale del 2008 non ha insegnato proprio niente?
"Ma mi faccia il piacere!"


mercoledì 18 marzo 2009

Salario minimo: presentata in Parlamento la prima proposta di legge della Sinistra. Hanno firmato 3mila sardi. La campagna continua on line!






Sono stati 3mila i sardi che hanno contribuito con le loro firme alla presentazione in Senato della prima proposta di legge della Sinistra in questa legislatura: la proposta di Legge di iniziativa popolare per il Salario minimo netto a 1300 euro, il Salario sociale per disoccupati e i Minimi previdenziali a 1000 euro (limite minimo anche per Cig e Mobilità), il recupero del Fiscal drag e la reintroduzione della Scala mobile. I provvedimenti previsti dalla proposta di Sinistra Critica sono facilmente finanziabili – come recita il testo - con la cancellazione della riduzione del “cuneo fiscale” alle imprese, alle banche e alle assicurazioni e con la tassazione delle rendite finanziarie. Per il movimento per la sinistra anticapitalista, Sinistra Critica, è un successo evidente. Per oltre sei mesi i suoi militanti hanno realizzato una campagna di massa che ha ottenuto l’adesione di oltre 70mila sottoscrittori e che ha consentito di discutere con centinaia di migliaia di lavoratori e lavoratrici, pensionati e studenti.”E' tempo -sostiene il movimento per la Sinistra Anticapitalista - di affermare con chiarezza che la crisi devono pagarla coloro che l'hanno provocata, banche e padroni, e non i lavoratori. Per questo esigiamo un programma d'urgenza che preveda il salario minimo, il salario sociale, l'interdizione dei licenziamenti, la nazionalizzazione delle banche e delle imprese che mettono a rischio i posti di lavoro, una Patrimoniale non caritatevole, che colpisca i profitti e le grandi fortune . Senza scambi con ulteriori peggioramenti del sistema previdenziale e di welfare.
Il nostro primo obiettivo, ora, è che la legge venga discussa davvero. Per questo chiediamo di essere ricevuti in audizione dalla Commissione Lavoro per arrivare rapidamente al voto del Parlamento”.I contenuti della Legge sono condivisi da importanti settori delle sinistre sindacali (Rete28A Cgil, Rdb-Cub e SdL in particolare) che, con un appello di sostegno, hanno chiesto la contemporanea discussione della Legge popolare sulla Scala mobile presentata nella passata legislatura.La campagna continua.Sul sito http://www.51000.it/ sarà possibile firmare la petizione online per sostenere questa proposta e per organizzare Comitati unitari contro la crisi.”Per il momento – spiega Sinistra Critica - non possiamo che ringraziare tutti e tutte coloro che hanno firmato. Sinistra Critica ha voluto dimostrare la propria esistenza e il proprio ruolo con un'iniziativa concreta, dal basso, in grado di prospettare un'alternativa alle ricette del liberismo e del riformismo pallido del centrosinistra. Una sinistra coerente, radicale, anticapitalista. Una sinistra utile che vale la pena rafforzare”.www.sinistracritica .org http://www.51000.it/
«Atto Senato n. 1453- XVI LegislaturaNorme in materia di introduzione del salario minimo intercategoriale e del salario sociale, previsione di minimi previdenziali, recupero del fiscal drag e introduzione della scala mobileIniziativa PopolarePresentato in data 9 marzo 2009; annunciato nella seduta n. 173 del 17 marzo 2009» (da http://www.senato.it/).

lunedì 9 marzo 2009

Salario minimo a 1300 euro: raggiunte le 60mila firme, di cui 3mila in Sardegna




Sono 60mila le firme raccolte da Sinistra Critica a sostegno della proposta di legge sul salario minimo intercategoriale: un salario minimo a 1300 euro per tutti i tipi di lavoro. Lo riporta il contatore del sito http://www.51000.it/, che aggiorna settimana dopo settimana il numero di firme raccolte su tutto il territorio nazionale. Il movimento per la sinistra anticapitalista ha quindi raccolto un numero di adesioni sufficiente - le firme però dovranno superare il controllo formale dei funzionari - alla presentazione della proposta di legge in Parlamento: la prima proposta di legge di sinistra (critica o meno) in questa legislatura. Al raggiungimento della quota 60mila hanno contribuito circa 3mila sardi, che hanno sottoscritto l'iniziativa a partire dallo scorso ottobre.

martedì 3 marzo 2009

Un padrone è un padrone


Per qualcuno, dopo la sconfitta elettorale di febbraio, l'Unità è diventata improvvisamente un peso.
Saranno soppresse quasi tutte le redazioni locali e saranno tagliate quasi tutte le collaborazioni.
Nonostante le buone vendite e nonostante le nuove assunzioni di dicembre (!). Ma un padrone è un padrone.
Oggi primo giorno di sciopero dei giornalisti del quotidiano fondato da Antonio Gramsci. Contro Soru.


L'Unità resta sola (Il Manifesto, 1 marzo 2009)
La sconfitta in Sardegna, l'addio di Veltroni al Pd, Tiscali in mezzo alla tempesta: Renato Soru fatica a mantenere l'impegno con il giornale. E quattro mesi dopo il rilancio c'è già una nuova crisi. Stavolta nell'indifferenza del partito di riferimentoSe dipendesse dal management di Tiscali, i libri della società che edita l'Unità sarebbero già in tribunale. E questo, nonostante le copie piuttosto in crescita e il sito internet cliccato 400mila volte al giorno.Nella riunione che ha tenuto a Cagliari lo scorso 26 febbraio, il consiglio di amministrazione della compagnia fondata da Renato Soru è stato, su questo punto, nettissimo. Il giornale fondato da Antonio Gramsci è costato all'ex governatore sardo una ventina di milioni di euro. Dodici per l'acquisto di maggio scorso, pagato ottimamente se è vero che Soru accettò di pagare l'80% del valore «sulla carta» di un giornale che all'epoca era in perdita netta. I dati Audipress del maggio sentenziavano una media di 42.000 copie al giorno. Poi c'è stato l'investimento: circa otto milioni tra nuove assunzioni (quasi tutte ad Articolo 3, come nel contratto giornalistico si chiamano i cronisti a tempo determinato) e due milioni per la campagna pubblicitaria affidata ad Oliviero Toscani che, però, per il suo cachet ha tenuto pochissimo. Alla base, il dato negativo, stabile ma non drammatico che segna meno 4-500mila euro al mese. A questo quadretto non proprio roseo si è sommato il crollo della raccolta pubblicitaria. Un totale non incoraggiante avrebbe fatto esprimere al cda di Tiscali un orientamento chiaro: l'Unità è un ramo secco, bisogna tagliare o addirittura chiudere. Gabriele Racugno - il fiduciario nominato da Soru subito dopo l'approvazione della legge sul conflitto d'interessi approvata qualche mese fa dal consiglio regionale della Sardegna - è alla prese con una situazione che non è drammatica ma non è neppure ottimale. Anche Tiscali soffre la crisi che scuote il comparto delle comunicazioni a livello planetario. L'azienda cagliaritana è impegnata in una trattativa con Murdoch, al quale vorrebbe vendere la consociata britannica del gruppo, dopo che alcuni mesi fa è sfumata la vendita dell'intera compagnia alla rivale Vodafone. Allora l'azienda valeva novecento milioni ora il mercato azionario la piazza a trecento. Per incassare almeno l'affare Murdoch urge una cura dimagrante che dovrebbe consentire a Tiscali di riposizionarsi sui mercati - in primo luogo su quelli finanziari - con maggiore tranquillità. Ma la trattativa non è facile e su Racugno sono puntati gli occhi degli analisti. In una situazione del genere, dicono i manager, le perdite dell'Unità non possono essere più a lungo sopportabili.E Soru? Sembrerebbe che l'ex governatore della Sardegna stia in qualche modo puntando ad escludere l'ipotesi più traumatica avanzata dai suoi manager, quella della vendita. La verità è che tra le mani ha un problema serio. Economico, perché la situazione di Tiscali non gli consente di vendere, pena una perdita mostruosa sul capitale investito. Ma anche politico, visto che nell'ultimo mese il suo progetto sul Pd è precipitato, prima ha perso le elezioni sarde e subito dopo si è dimesso Walter Veltroni, il leader con cui condivideva un idea di Partito democratico tramontata di colpo.Il 26 febbraio, mentre il Cda se la prendeva con il suo ultimo acquisto, Soru era al Nazzareno per incontrare Dario Franceschini. Probabilmente hanno parlato anche del giornale di Antonio Gramsci, ma certo è che ieri neppure l'ultimo dei peones Pd ha preso carta e penna per mandare la propria solidarietà pubblica al quotidiano. In redazione, il vento gelido dell'allarme ha ghiacciato i boccioli di vendite crescenti, anche se non esplosive. Dopo il record negativo di maggio, a dicembre il quotidiano vendeva 48.000 copie. E pare che tra gennaio e febbraio sia salito a 52.000, «mentre tutti gli altri perdono» ripetono i cronisti di via Benaglia. Eppure, venerdì sera il cda ha comunicato un piano più che drastico. Tagliare le redazioni locali, tutti i precari e i collaboratori, ridurre di quattro o sei pagine la foliazione e sottoporre i dipendenti ad un contratto di solidarietà con annessa riduzione dello stipendio. Soru avrebbe controproposto di sforbiciare via solo i precari assunti da settembre in poi, con una «riflessione» sulle redazione locali che terrebbe ferma la sezione emiliano-romagnola. Ma si tratta solo di voci, che andranno verificate nei prossimi giorni. Il Cdr ieri era in Sardegna, ufficialmente per incontrare il segretario della Fnsi Franco Siddi. Domani vedranno anche l'amministratore delegato della società Nuove iniziative editoriali Antonio Saracino, forse, faranno una capatina off the records anche da Soru. Il comunicato sindacale batte il tempo della mobilitazione: «I giornalisti de l'Unità, riuniti in assemblea permanente, hanno affidato al Comitato di redazione un pacchetto di cinque giorni di sciopero da articolare nelle forme e nei tempi che la rappresentanza sindacale riterrà necessari». La prossima assemblea è già fissata. Domani pomeriggio.