sabato 22 aprile 2017

Dieci anni dall'espulsione dal Prc di Franco Turigliatto



2017: 100 anni dalla Rivoluzione d'Ottobre, 50 dalla morte di Che Guevara, 40 dal movimento del '77, ma anche 10 anni da un episodio storicamente di certo assai più marginale, ma per me (anche per la mia piccolissima vicenda personale di militante politico) importantissimo: l'espulsione dal partito del senatore del Prc, Franco Turigliatto, per non aver votato la missione di guerra in Afghanistan.
La sua non fu una scelta solitaria, fu la scelta compiuta da tutta la componente di Sinistra Critica, accusata - in quell'episodio - di essere manovrata dalla Quarta Internazionale.


Fummo accusati di essere stati manovrati, ma forse ciò che dava più fastidio ai comunisti a corrente alternata era che, ancora una volta, a rappresentare una posizione coerentemente anti-imperialista c'era un trotskista.
Riportare alla mente il vergognoso processo interno organizzato dal prc nel 2007 e leggere le dichiarazioni di allora fa ancora un certo effetto.


(Repubblica, primo marzo 2007):
"Ieri, prima del voto di fiducia al Senato, Turigliatto è stato sentito dal Collegio nazionale di garanzia per spiegare, valutare, decidere. Davanti ai giudici del partito Turigliatto ha ribadito la sua posizione, quella che ha pronunciato in serata per la dichiarazione di voto: sì alla fiducia ma "su Tav e Afghanistan voterò nuovamente no"."

mercoledì 19 aprile 2017

Scottish Socialist Party. Appunti per un compagno






Lo Scottish Socialist Party, partito indipendentista e socialista scozzese, nasce nel 1999.

Ottiene 3 seggi e 130mila voti nelle elezioni per il Parlamento scozzese del 2003, forte soprattutto dell’opposizione a Blair e alla guerra in Iraq. Ovviamente, il partito si è speso fortemente nella battaglia referendaria per l’indipendenza.

La formazione dello Scottish Socialist Party è il frutto della “coagulazione” della Scottish Socialist Alliance, nata nel 1996 come aggregazione di diversi gruppi della sinistra extraparlamentare.

Il più grosso di questi soggetti era lo Scottish Militant Party, un partito trotskista scozzese che nacque da una scissione del Militant nel 1991, quando questa tendenza abbandonò la tattica entrista nel Labour ed espulse Ted Grant (che rimase nel partito col Socialist Appeal).*

Possiamo quindi dire che dal punto di vista della storia delle dottrine politiche l’ideologia di questo partito, troskista-indipendentista, è quanto di più simile di possa immaginare a Sis-ma, se non altro sullo scenario europeo.

Lo Scottish Socialist Party si caratterizza per l’utilizzo di un linguaggio semplice e diretto e un approccio “empirico”.

The SSP is an anti-capitalist, pro-independence party, with a vision of a different kind of society. We aim to build a Scotland where no one is left behind, where the needs of all the people are catered for, young and old, men and women, gay and straight, black and white, able-bodied or those with special needs. Our socialism is centred on today’s world and the needs of everyone and is rooted not in the past but learns from the past in order to build a better tomorrow.

Confesso che qualche anno fa, quando provai a buttare giù una bozza di programma di transizione al socialismo e all’indipendenza per la Sardegna, presi spunto anche dal loro programma.


Colin Fox è l’attuale co-portavoce nazionale del Ssp dal 2005 , già membro del Parlamento scozzese (2003-2007). In occasione del referendum è stato membro dello Yes Scotland Advisory board.

Qui trovi due dei suoi ultimi articoli: una dichiarazione del partito in merito a un secondo referendum sull’indipendenza della Scozia (e qui possiamo leggere che nel giugno 2016 il Ssp ha indicato di votare per la permanenza nell’Ue come minore dei due mali; un’analisi dello scenario dopo il referendum in Grecia).


 


 

*Da notare che, in occasione del referendum, Alan Woods e soci hanno preso posizione contro la scelta indipendentista.


Fonti: sito ufficiale del partito e edizione in lingua inglese di Wikipedia.