giovedì 11 luglio 2024

Livio Maitan – Destino di Trockij, Rizzoli, 1981

 



 

“Destino di Trockij” è un saggio che Maitan mette insieme nel 1980, a 40 anni dalla morte e a 100 anni dalla nascita del grande rivoluzionario russo.  Questo lavoro, pubblicato da Rizzoli nel febbraio 1981, raccoglie una serie di interventi pubblicati dal 1977 al 1980, in una Italia in cui, scrive l’autore, “in sede tanto di riflessione storica quanto di dibattito politico è stata riservata a Trockij un ‘attenzione molto minore di quella di cui sono stati oggetto esponenti del movimento operaio e studiosi di valore intrinseco di valore non certamente superiore”. Il destino di Trockij è la strada di chi ha scelto di continuare a percorrere la strada, in salita, del marxismo rivoluzionario e internazionalista.  Il saggio in questione compie un’analisi ad ampio spettro con lo sguardo rivolto agli anni Ottanta appena cominciati. Gli scritti del rivoluzionario russo sono lo strumento che Maitan utilizza per riflettere su alcuni dei processi storici più significativi e discussi in quegli anni: dalla Polonia del 1980 alla rivoluzione culturale cinese, dalla guerra fra i paesi socialisti all’eurocomunismo. Al centro dell’analisi di Maitan è, in particolare, la questione della burocrazia nelle società del blocco dell’est.

Citazione dalla parte prima:

“[…] l’opera di Trockij risulta scomoda perché fa piazza pulita delle penose giustificazioni apologetiche, secondo cui di quanto accadeva nell’URSS e dei crimini di Stalin per lungo tempo non si era potuto sapere nulla […].  La ragione principale del fenomeno indicato risiede, tuttavia, nel fatto che l’opera di Trockij ha avuto e continua ad avere implicazioni notevoli per i problemi cruciali che si pongono attualmente alle società di transizione e al movimento operaio mondiale. Proprio questa attualità è l’origine dei silenzi imbarazzati e delle persistenti elusioni, oltre che delle stroncature sommarie, operate magari con il comodo sistema delle disinvolte etichettature, senza nessuno sforzo di argomentazione. D’altro canto, proprio per la sistematicità, la profondità e la chiarezza estrema l’opera trockiana non si presta a interpretazioni fantasiose e ad adattamenti ad esigenze politiche mutevoli”.

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