“Il dilemma cinese”
ripercorre la storia della Cina dal 1919 ai primi anni ’90: la particolarità
della rivoluzione e i rapporti con lo stalinismo, la prima fase
postrivoluzionaria, la “grande rivoluzione culturale proletaria”, l’interludio
che precede la morte di Mao, il nuovo corso di Deng Xiao Ping, l’esplosione
della primavera 1989, il rilancio e la generalizzazione del nuovo corso
(1991-1993). In una fase di grandi cambiamenti per la Repubblica
Popolare, Maitan propone una chiave di lettura della situazione cinese
alternativa alle due interpretazioni prevalenti.
“La prima – spiega
l’autore nell’introduzione al volume – è consistita nel mettere l’accento sulle
peculiarità, storiche e contemporanee, del paese, mentre la seconda ha teso a
inserire il ‘caso ‘ cinese nella più generale tipologia delle società di
transizione burocratizzate. Per parte nostra, riteniamo che, se si vuole
afferrare il bandolo della matassa, è necessario combinare gli elementi più
validi delle due interpretazioni, cogliendo tutti gli incontestabili elementi
di specificità, ma al tempo stesso non perdendo di vista elementi di fondo
comuni che hanno caratterizzato l’esperienza delle società postcapitalistiche,
in Europa e in Asia, come, per certi aspetti, nella stessa Cuba”.
La
prima parte del saggio, sottolinea Maitan, riprende “Partito, esercito e masse
nella crisi cinese” (Samonà e Savelli, 1969) dello stesso autore.
Chiudono il libro delle utilissime appendici che affrontano, fra gli altri
aspetti, la “figura contradditoria” di Mao Zedong, il conflitto armato fra Cina
e Vietnam e un glossario con i principali protagonisti della storia cinese del
Novecento.
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