Dagli acidi psichedelici degli Hawkwind al rock'n'roll metallico dei Motorhead. Ian Kilmister, in arte Lemmy, è senza dubbio una figura importante nella storia del rock e dei suoi sviluppi.
Nell'estate del 2005 Lemmy portò i Motorhead a Cagliari (Sarroch), dopo un appuntamento annullato dieci anni prima.
Quel concerto lasciò un segno nel cuore di tanti "metallari". Io lo seguii per un'agenzia di stampa e per il sito Metallus.
Di seguito potete leggere la recensione web.
Nell'estate del 2005 Lemmy portò i Motorhead a Cagliari (Sarroch), dopo un appuntamento annullato dieci anni prima.
Quel concerto lasciò un segno nel cuore di tanti "metallari". Io lo seguii per un'agenzia di stampa e per il sito Metallus.
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Potete stare tranquilli. Lemmy sta bene, anzi è in grande forma. Qualche giorno di cura gli ha consentito di riprendersi dalla disidratazione che l’ha colpito ai primi di luglio. Il concerto del 19 agosto a Sarroch, centro industriale a pochi chilometri da Cagliari, non ha lasciato dubbi. I Motorhead hanno infatti offerto una prestazione monolitica e senza sbavature, che ha mandato in delirio i circa 2mila appassionati accorsi a rendere tributo a trent’anni di leggenda. Il tour del 2005 celebra infatti tre decenni di rock’n’roll, sesso e alcool (preferibilmente Jack e Cola). E in un’ora e mezzo di concerto la band ha ripercorso ancora una volta la sua lunga avventura, con una scaletta molto simile a quella proposta nel nuovo dvd live “Stage fright”. L’apertura della serata è stata affidata agli One dimensional man, trio autore di un rock semplice e senza pretese, con qualche grado di parentela con i Queen of the Stone age. Alle 22,30 Lemmy e soci hanno aperto il loro show con la frase di sempre: “We are motorhead. We play rock’n’roll!”. Dr. Rock (per l’appunto!) ha dato il via alle danze per uno spettacolo che ha alternato con sapienza i pezzi più recenti, come la bellissima Killers, tratta dall’ultimo lavoro in studio Inferno (2004), agli hits più famosi come Metropolis e Over the top. La band, un congegno oliato in ogni suo meccanismo, è andata avanti senza incertezze. Phil Campbell, 22 anni sulle strade con Lemmy, è stato preciso e tagliente: un intreccio inestricabile di tecnica, di stile e di passione. Mikkey Dee è stata la solita furia della natura. Un maestro dello strumento (“the best drummer in the world”, nelle parole di Ian Kilmister”) che ha rivitalizzato gli insegnamenti dei più grandi batteristi (su tutti l’indimenticabile Cozy Powell) alla luce della più definitiva modernità metallica. E Sacrifice (in cui il nostro è protagonista di un assolo da incorniciare) è stato l’esempio più chiaro del contributo di Dee, anche in fase di composizione, all’evoluzione dello stile Motorhead negli anni Novanta. Killed by death (con Lemmy accompagnato ai cori dalla bellissima ma non altrettanto intonata Moa Holmsten) e Iron fist hanno chiuso il concerto. Dopo una breve pausa sigaretta la band ( acclamata dal coro ”Motorhead, Motorhead!”) ha fatto rientro sul palco per il più classico dei bis: Ace of spades (una filosofia di vita racchiusa in tre minuti di rasoiate) e la cavalcata senza fine di Overkill. La reazione del pubblico sardo e non solo, molti i turisti che non hanno perso l’occasione di passare una serata all’insegna del metal rock dei Motorhead, ha lasciato soddisfatto Lemmy, che ha promesso di ritornare in Sardegna al più presto, forse anche l’anno prossimo. Nonostante i 60 anni, nonostante una vita di eccessi, questa icona vivente del Metal non ha infatti ancora alcuna intenzione di fermarsi. Per ottobre è in programma una lunga lista di concerti. Che dire? Long live Dr. Rock!
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