giovedì 19 dicembre 2024
"We can hear, far away are the sound of distant drums". Gli Iron Maiden dopo l'ultimo concerto di Nicko McBrain
domenica 8 settembre 2024
Cozy Powell - Over The Top
Gary Moore, Don Airey, Jack Bruce, David Clempson, Max Middleton. E' questo il calibro degli amici musicisti e compagni di bevute che Cozy Powell è in grado di riunire attorno alla sua batteria, con Martin Birch dietro il mixer, per incidere "Over the top", roccioso album solista fra prog e hard, fra blues e fusion, al termine di un decennio di scorribande nel mondo del rock.
giovedì 11 luglio 2024
Livio Maitan – La strada percorsa, 2002, Massari editore
“La strada percorsa” è la autobiografia politica di Livio Maitan. Pubblicato nel 2002, due anni prima della morte, il libro ripercorre in 722 pagine le tappe principali del percorso del rivoluzionario italiano: dal risveglio delle giovani generazioni dopo la caduta di Mussolini, il 25 luglio 1943, fino al dopo Genova 2001 nel pieno della stagione dei nuovi movimenti sociali del XXI secolo. Una vita spesa dedicata alla difesa del marxismo rivoluzionario e alla costruzione della IV Internazionale, nel mondo e in Italia. Chiaramente, in una autobiografia come quella di Maitan, il bilancio di una vita va di pari passo col bilancio politico della stessa.
[…] il mio bilancio autobiografico – scrive Maitan nelle riflessioni conclusive – non può andare disgiunto dal bilancio della corrente politica e culturale, nazionale e internazionale, cui ho aderito nel 1947, partecipandovi attivamente e senza interruzioni sino a oggi. A sua volta questa corrente, per quanto sorta in contrapposizione alle correnti dominanti, non può fare astrazione da un bilancio di un secolo del movimento operaio nel suo complesso”. (pagina 680)
In Maitan rimane fino all’ultima stagione della vita l’idea che un’altra storia, con altre scelte politiche e percorsi alternativi, sarebbe stata possibile.
[…]. Resto convinto che le scelte fatte dalle forze egemoniche del movimento operaio non fossero ineluttabili e che scelte diverse, con diversi risultati, sarebbero state perfettamente possibili. Ribadisco l’idea secondo cui i progetti strategici via via avanzati da diversi partiti e da diversi dirigenti – la politica di unione nazionale proiettata a tempo indeterminato anche dopo la fine della guerra e la caduta del fascismo, il centrosinistra nella visione di Nenni e del suo partito e il compromesso storico – erano irrealistici perché basati su un’interpretazione insussistente delle dinamiche possibili, come l’esperienza avrebbe ampiamente dimostrato”. (pagina 683)
Livio Maitan – Destino di Trockij, Rizzoli, 1981
Citazione dalla parte prima:
“[…] l’opera di Trockij risulta scomoda perché fa piazza pulita delle penose giustificazioni apologetiche, secondo cui di quanto accadeva nell’URSS e dei crimini di Stalin per lungo tempo non si era potuto sapere nulla […]. La ragione principale del fenomeno indicato risiede, tuttavia, nel fatto che l’opera di Trockij ha avuto e continua ad avere implicazioni notevoli per i problemi cruciali che si pongono attualmente alle società di transizione e al movimento operaio mondiale. Proprio questa attualità è l’origine dei silenzi imbarazzati e delle persistenti elusioni, oltre che delle stroncature sommarie, operate magari con il comodo sistema delle disinvolte etichettature, senza nessuno sforzo di argomentazione. D’altro canto, proprio per la sistematicità, la profondità e la chiarezza estrema l’opera trockiana non si presta a interpretazioni fantasiose e ad adattamenti ad esigenze politiche mutevoli”.
Livio Maitan, Il Dilemma cinese, Datanews, 1994
“Il dilemma cinese” ripercorre la storia della Cina dal 1919 ai primi anni ’90: la particolarità della rivoluzione e i rapporti con lo stalinismo, la prima fase postrivoluzionaria, la “grande rivoluzione culturale proletaria”, l’interludio che precede la morte di Mao, il nuovo corso di Deng Xiao Ping, l’esplosione della primavera 1989, il rilancio e la generalizzazione del nuovo corso (1991-1993). In una fase di grandi cambiamenti per la Repubblica Popolare, Maitan propone una chiave di lettura della situazione cinese alternativa alle due interpretazioni prevalenti.
“La prima – spiega l’autore nell’introduzione al volume – è consistita nel mettere l’accento sulle peculiarità, storiche e contemporanee, del paese, mentre la seconda ha teso a inserire il ‘caso ‘ cinese nella più generale tipologia delle società di transizione burocratizzate. Per parte nostra, riteniamo che, se si vuole afferrare il bandolo della matassa, è necessario combinare gli elementi più validi delle due interpretazioni, cogliendo tutti gli incontestabili elementi di specificità, ma al tempo stesso non perdendo di vista elementi di fondo comuni che hanno caratterizzato l’esperienza delle società postcapitalistiche, in Europa e in Asia, come, per certi aspetti, nella stessa Cuba”.
La prima parte del saggio, sottolinea Maitan, riprende “Partito, esercito e masse nella crisi cinese” (Samonà e Savelli, 1969) dello stesso autore. Chiudono il libro delle utilissime appendici che affrontano, fra gli altri aspetti, la “figura contradditoria” di Mao Zedong, il conflitto armato fra Cina e Vietnam e un glossario con i principali protagonisti della storia cinese del Novecento.
domenica 19 maggio 2024
Stalin e la nascita dello stato di Israele: poche righe di Canfora.
Quale fu il ruolo di Stalin e del nascente blocco dell'Est nel consentire la nascita dello stato di Israele?
sabato 16 marzo 2024
Advocacy 'The Path Of Decoherence' - Prog metal a cinque stelle
lunedì 11 marzo 2024
Bruce Dickinson - Mandrake Project - Una piacevole delusione
Il nuovo album di Bruce Dickinson, "Mandrake Project", è una piacevole delusione.
È una delusione perché una campagna di marketing molto ben architettata aveva creato aspettative per un "Chemical Wedding II", mentre in "Mandrake" solo due canzoni, "Afterglow of Ragnarok" e "Eternity Has Failed", vanno davvero in questa direzione.
In realtà si tratta di un disco composto da una serie di brani piuttosto eterogenea, composti in un arco temporale di oltre 20 anni, e somiglia più a una raccolta di b side di lusso che a un lp organico.
Non mi soddisfano le parti di batteria di Moreno, che trovo spesso piatte e prevedibili (provate a pensare a come un Cozy Powell o un Vinnie Appice avrebbero valorizzato certi passaggi).
Non mi entusiasma nemmeno il modo in cui Roy Z suona il basso, ugualmente piatto.
Bruce è grandioso e i brani sono buoni: per questo la delusione è piuttosto piacevole. Spesso però (a parte "Eternity" e poco altro) le tracce lasciano un senso di incompiuto o poco rifinito. E in fondo "Chemical Wedding II" esiste già e si chiama "Tiranny of Souls" (2005). Un album da riscoprire
mercoledì 6 marzo 2024
GIACOMO MATTEOTTI E LE FAKE NEWS PARTE I
"Quando, una ventina di giorni fa, un fascista, di notte, ferisce tre socialisti perfettamente inermi, come risulta dai rapporti delle autorità, e ferisce gravemente anche uno dei suoi stessi compagni, i giornali come raccontano l'episodio? Così: CONFLITTO FRA FASCISTI E SOCIALISTI A ROVIGO. FURONO SPARATE (da chi? Non si sa!) DELLE REVOLVERATE; RIMASERO FERITI TRE SOCIALISTI ED UN FASCISTA. E il lettore serba così impressioni perfettamente false della situazione di fatto".
DAL DISCORSO ALLA CAMERA DEI DEPUTATI
31 GENNAIO 1921
GIACOMO MATTEOTTI: IL CAPITALISMO COLPITO NELLA BORSA DIVENTA UNA BESTIA FEROCE
"Quando la libertà economica giovava alla classe borghese perché il proletariato non era organizzato, allora si esaltava la libertà, e si diceva che era la panacea di tutti i mali: oggi che il proletariato, per mezzo della libertà e delle proprie forme di organizzazione, intacca i profitti capitalistici, la libertà viene negata e viene proclamata la violenza contro di essa. [...] il fascismo nasce e si sviluppa dove il capitalismo viene intaccato. Il capitalismo aggredito nella borsa diventa una bestia feroce!".
venerdì 9 febbraio 2024
Anniversari e Funerali. Riva e De André fuori dal recinto del politicamente corretto
Sono passati 25 anni dalla morte di Fabrizio De Andrè e nelle scorse settimane ci ha lasciato Gigi Riva.
Riva e De Andrè, che si ammiravano a vicenda, hanno avuto un rapporto molto stretto con la Sardegna: un rapporto che non può essere confinato nel recinto del politicamente corretto.
"La mia adesione al separatismo sardo dipende dal fatto che io credo nell'autodeterminazione dei popoli e per quanto riguarda il Mediterraneo occidentale credo che pochi popoli possono considerarsi tali come quello sardo". Così disse De Andrè al Tg di Videolina, nei primi anni '80. Il servizio è stato diffuso dal canale telegram di Spazio '70.
"E' arrivato il momento di dir di no. No, perché noi abbiamo l'obbligo di lasciare ai nostri figli e ai nipotini la Sardegna che noi abbiam trovato. Tu devi sapere che la Sardegna fra basi militari e nucleari ha il 60% della distribuzione globale di tutta Italia [...] il resto è distribuito in tutta Italia. Con la scusa e con la strumentalizzazione dei posti di lavoro si fa un po' quello che si vuole della Sardegna e io non lo trovo giusto. Io penso che il sardo abbia diritto ad un posto di lavoro normale come un altro". Frasi tratte da un'intervista di Riva a Red Ronnie, registrata nei primi anni 2000. Il colloquio, registrato a casa di Andrea Parodi, si trova facilmente su youtube.